I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2014 – Ich bin Gott (Io sono Dio) di Giovanni Maria Pedrani_Saronno(VA)

 _Anno 2014 (I sette peccati capitali – La superbia)  

africaLa porta blindata venne sprangata alle sue spalle dal secondino.

Il prete avanzò. Una lama di luce tagliava in due la cella buia.

Da un lato, su un letto sudicio, era seduto “lui”.

«Perché mi hai voluto vedere?» sussurrò il sacerdote.

L’eco di un urlo risuonò in lontananza da uno dei bracci. Voci concitate di carcerieri stavano sedando l’ennesima intemperanza di un ergastolano.

Il reverendo sussultò. Incedette di un passo, per percepire un movimento, un respiro, l’ombra di una parola dalla branda.

“Lui” era fermo nell’oscurità. Da sette anni ascoltava il rumore del silenzio e le grida dell’isolamento, inframmezzate dall’odore di urina, di sperma, di sudore e di vomito di esseri inferiori!

«Perché hai voluto incontrare proprio uno di noi?» provò a insistere il reverendo dell’ordine dei Serviti.

«L’uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell’uomo?» sentenziò il condannato con un ghigno provocatorio.

Il sacerdote guardò sul pensile lurido, dove fra i tanti libri di Nietzsche giaceva “il crepuscolo degli idoli”, da cui “lui” aveva estratto quella frase.

«Hai ucciso così tante persone…» si sedette sconfortato su una seggiola malmessa.

«La demenza è rara nei singoli, ma è la regola nei gruppi, nei partiti, nelle epoche!» vaneggiò superbo una giustificazione, dimostrando di non essere per nulla pentito degli omicidi di prostitute, tossicodipendenti e religiosi, ma inoltre di aver imparato a memoria anche “al di là del bene e del male”.

«Non la forza, ma la costanza di un alto sentimento fa gli uomini superiori» restituì il favore il prete, che non conosceva solo le Sacre Scritture, pescando dallo stesso libro del filosofo.

«Io sono l’unico Verbo!» scattò in piedi indignato «Come osi!»

«Questi anni di clausura non ti hanno fatto trovare la Fede?» socchiuse le palpebre turbato dall’orrore.

«Non esistono fenomeni morali, ma solo un’interpretazione morale dei fenomeni!» sogghignò scegliendo il male «Dove voi vedete le cose ideali, io vedo cose umane» insistette dall’Ecce Homo.

Il prete fece il cenno di alzarsi. Il pentimento non aveva sfiorato quell’assassino.

«Un uomo diventa Dio quando uccide il proprio Dio!» sgranò gli occhi allucinato.

«E questo chi l’ha detto, sempre Nietzsche?» lo schernì il religioso.

«No, questo l’ho detto io!» urlò sollevando un pezzo di metallo tagliente a forma di croce, che aveva preparato modellando due cucciai, e pronto a conficcarlo nel cranio del servo di Dio caduto nella sua trappola.

Il commissario fece appena in tempo a estrarre dall’abito talare la pistola e a scaricare sulla fronte di quel superuomo una pallottola.

Il suono rimbombò lungo i bracci del carcere attraverso tutte le celle, come il coro degli angeli percorre la navata di una cattedrale fino alle cappelle.

Dio era morto.